NON PUÒ ESSERE!
Quando una bugia va in aiuto alla verità…

L’inconsueto, l’illogico, l’inverosimile in: “Ritorno degli esploratori e protezione di Dio su Mosè, Giosuè e Caleb”, 440-50 ca., mosaico, basilica di Santa Maria Maggiore a Roma

Nel corso delle visite alle basiliche giubilari, c’è la possibilità di gustare storie dell’Antico Testamento che nessuno racconta più. È soprattutto la navata centrale di Santa Maria Maggiore, coi suoi antichi mosaici, a offrire immagini di episodi importanti… sia a chi non li riconosce, sia a chi li ricorda bene. E, ciononostante, può restare sconcertato da uno di questi riquadri, esclamando «Non può essere!», poiché vi si mostra un fatto mai avvenuto.

Come capire se siano o no fake news? Partiamo dall’antefatto. Da quando Mosè, per tranquillizzare il popolo ebreo diretto verso la terra promessa, aveva inviato dodici esploratori in avanscoperta, uno per tribù. Costoro erano tornati dopo quaranta giorni, confermando che in quella terra scorrevano latte e miele e crescevano frutti giganteschi (tra questi, il famoso grappolo d’uva trasportato da due uomini con una stanga). A onor del vero, erano di stazza notevole anche gli abitanti, ma – secondo Mosè, Giosuè e Caleb – non c’era da preoccuparsi («ne faremo un boccone»).

Alla fine, nonostante le rassicurazioni, gli Israeliti non credettero alle buone notizie riferite dai tre e il libro dei Numeri (14,10) ammette che «la comunità parlò di lapidarli». In realtà non andò così, dal momento che la gloria del Signore era apparsa sulla tenda del convegno. Si può quindi pensare che la lapidazione fosse nell’aria, come una tentazione, poi disinnescata dalla visione della gloria.

L’immagine, tuttavia, non può non mostrare il pericolo reale corso dai tre capi, che vengono avvolti in una sorta di bolla trasparente, sulla quale le pietre rimbalzano: una sorta di “mantello dell’invisibilità” ante litteram, dal quale potrebbe aver tratto ispirazione J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter.

In realtà, ben più della lapidazione dei tre, era la protezione di Dio a meritare di essere immortalata, ma questa – per essere capita – aveva bisogno di una giustificazione. Perciò si è dato forma alla negatività dei pensieri e delle parole, che erano a un passo dal trasformarsi in sassi.

Certo, è paradossale utilizzare una notizia brutta, ma falsa, per poterne dare una bella, ma vera. Anche nell’arte, dunque, come nello spettacolo, si può ricorrere a simulazioni e a falsificazioni. Perché, come ricordava Gigi Proietti, nel mescolarsi di finto e di falso può succedere la magia di «trovare il vero che vi è nascosto».

 

Mosaici Santa Maria Maggiore
Tra i mosaici Santa Maria Maggiore c’è questo, che rappresenta il ritorno degli esploratori e il tentativo di lapidarli. Anche se non andò proprio così…
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