
Bisogna prepararsi. Anche quest’anno il 2 giugno è la Festa della Repubblica. È stata proclamata nel 1949, e dopo un periodo di soppressione per ragioni economiche (1977-2000) è ritornata Festa nazionale nel 2001. L’anno prossimo sarà cifra tonda, 80 anni, da quel giorno, e allora i festeggiamenti, i ricordi, la narrazione (a volte tanta retorica) sarà ancora più intensa, insistente, costante più di quella che sentiamo in queste ore.
Una svolta, quel giorno
Perché il 2 giungo del 1946 è stata una vera svolta storica per l’Italia.
Dopo decenni di monarchia (dal Regno di Sardegna e Piemonte al Regno d’Italia unificato il 1861, sotto Vittorio Emanuele II), si è arrivati al referendum del 2 giugno, con le donne che votarono con un’affluenza pari circa all’82 per cento. Basta consultare il web per sapere nei dettagli che i risultati ufficiali (a lungo assai controversi) del referendum istituzionale furono: repubblica 12.718.641 voti (pari a circa il 54,27% delle schede convalidate); monarchia 10.718.502 voti (pari a circa il 45,73% delle schede convalidate). Un Paese spaccato, ma fu Repubblica, con criterio democratico, che mancava da un ventennio.
Quindi coloro che avevano riunificato le tante regioni della penisola, da secoli sotto vari domini, ma poi avevano ceduto a Mussolini e abbandonato l’Italia l’8 settembre, con una precipitosa fuga all’estero, non furono ritenuti degni di guidare l’Italia. Si scelse un altro modello di governo di uno Stato, la Repubblica, che ancora oggi in Europa, non è preferito in molti Stati.
E c’è anche chi ancora oggi sogna…
E qui sta il punto: oggi c’è qualcuno che, di fronte a una democrazia che mostra segni di debolezza e incertezza, torna a parlare di monarchia e a desiderare un ritorno di un uomo (!) forte al comando capace di risolvere i problemi dei cittadini italiani. Alcuni, in questo, sostenuti da esperienze palesi all’estero.
E lo dicono con la certezza di venire ascoltati.
E che sia ancora festa!
Ora, facendo un breve riepilogo di questi quasi 80 di Repubblica, si possono dire tante cose sulle inefficienze e manchevolezze di questa, ma, alla fine, non si può dimenticare che, nonostante tutto: la si è scelta con un chiaro voto popolare; che i monarchi “bocciati” non avevano di certo dato prova di amare il proprio popolo; che i Presidenti scelti hanno cercato sempre (chi più chi meno ) di rispettare la Costituzione come garanzia di libertà e diritti; e siccome scelti e votati da quelle istituzioni (elette) hanno sempre cercato di dare qualcosa per il popolo che (indirettamente) li aveva indicati come Capi di Stato; che molti di questi si ricordano ancora per la loro saggezza e passione politica (Pertini; Ciampi, Scalfaro, per citarne alcuni …) e non ultimo l’attuale Mattarella; che i loro discorsi di fine anno e i loro atti a volte vengono indicati come veri e propri indirizzi politici validi per l’interno Paese; e che l’attuale (non sarà un caso) viene applaudito dalle folle, riscuotendo il massimo della fiducia politica e l’affetto del popolo italiano.
Insomma: nei prossimi mesi cerchiamo di non dare corda a coloro che diranno «forse questa Repubblica andrebbe sostituita», cercando di suscitare emozioni per una monarchia fuori dalla storia. E poi dietro questi nostalgici riconosciamo anche il pensiero di quelli che vorrebbero cassare tante parti della nostra Costituzione. La rinascita e rilancio di un popolo tradito e massacrato, passò dalla Costituzione e da quel referendum. Ricordiamolo, per questo bisogna prepararsi. E che sia un Festa.