
La scomparsa di papa Francesco, 266° vescovo di Roma e figura storica della Chiesa moderna, il 21 aprile 2025 segna un momento solenne per i cattolici di tutto il mondo. Mentre la Chiesa è in lutto, riflette anche sulla vita e sull’impatto del defunto Papa nel mondo. Ammirato o criticato, papa Francesco ha innegabilmente incarnato lo spirito e i valori del santo da cui ha preso il nome, San Francesco d’Assisi. Il suo pontificato, iniziato nel 2013, ha lasciato un segno indelebile nella Chiesa del XXI secolo, profondamente radicata in una visione francescana di semplicità, umiltà e rispetto per il creato.
Un nome che indicava una missione
Fin dall’inizio, papa Francesco ha fatto una dichiarazione potente e deliberata, scegliendo il nome Francesco. Era la prima volta nella storia, che un Papa adottava il nome dell’amato santo di Assisi. Come ha poi spiegato, il nome gli è venuto in mente durante il conclave, quando il cardinale Cláudio Hummes gli ha sussurrato: “Non dimenticare i poveri”. Francesco vide in san Francesco d’Assisi il modello perfetto per la sua missione: una Chiesa “povera e per i poveri”. Questo impegno non era solo simbolico. Rifiutò molti lussi papali tradizionali, dalle scarpe rosse ai grandiosi appartamenti, scegliendo invece di vivere nella modesta Domus Sanctae Marthae. Portava la sua borsa, pagava il conto dell’albergo dopo l’elezione e chiedeva ripetutamente una “Chiesa povera per i poveri”, facendo eco all’impegno radicale del suo omonimo per la povertà evangelica.
Il Papa verde: la ricchezza della Laudato Si’
Forse uno dei contributi più influenti di papa Francesco alla Dottrina Sociale della Chiesa è la sua enciclica del 2015, “Laudato Si'”: sulla cura della casa comune. Traendo il titolo dal Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, l’enciclica è un appello appassionato per un’ecologia integrale, che colleghi la preoccupazione per l’ambiente con la giustizia per i poveri. Francesco sfida la comunità globale ad allontanarsi da una “cultura dello scarto” e ad abbracciare invece una spiritualità che vede il creato come un dono, non come una merce. Scrive: «Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana». In un mondo sempre più afflitto dal cambiamento climatico, dalla deforestazione e dal collasso ecologico, papa Francesco emerge come una voce profetica, che ha posto la cura dell’ambiente al cuore della morale cattolica.
Un’etica di vita coerente
La spiritualità francescana è olistica, vede Cristo nei poveri, nel creato e in ogni persona emarginata. Gli insegnamenti di papa Francesco su temi come la migrazione, la disuguaglianza economica, la guerra e l’aborto riflettono una “coerente etica della vita”, radicata nella dignità di ogni persona umana. In “Fratelli tutti” (2020), un’altra enciclica influenzata dallo spirito di San Francesco, il papa ha invitato a una fraternità universale, che trascende i confini e le ideologie. Ha fatto eco all’impegno del santo nei confronti del Sultano durante le Crociate, esortando al dialogo piuttosto che al conflitto e alla solidarietà rispetto alla divisione.
Un’eredità oltre la somiglianza
Papa Francesco non era San Francesco d’Assisi. Era un gesuita, un intellettuale e un leader mondiale. Eppure, nelle acque spesso turbolente della politica globale ed ecclesiale, egli è tornato più volte al semplice ma radicale richiamo del Vangelo, che animava il santo di Assisi: l’amore per gli ultimi, la cura del creato, una vita libera da status o ricchezza. In un mondo polarizzato, e in una Chiesa divisa, l’eredità di papa Francesco può essere complessa, ma rimane profondamente evangelica. Che piaccia o no, pochi possono negare che il suo nome francescano non fosse un marchio, ma una missione. E in quella missione, ha dato alla Chiesa e al mondo una potente testimonianza di ciò che significa camminare umilmente con Dio come ispirato dalle Scritture; «Egli ti ha detto, o mortale, che cosa è buono, e che cosa richiede da te il Signore se non che pratichi la giustizia, ami la benignità e cammini umilmente con il tuo Dio?» (cfr Michea 6:8).