Congo. Floribert Bwana Chui: un martire dell’onestà che sfida tutti noi

18 anni fa, tra il 7 e l'8 luglio del 2007, Floribert Bwana Chui fu ucciso, per non avere ceduto a coloro che volevano corromperlo. È un esempio luminoso di coerenza con i valori legati alla fede e di amore per il bene comune

Nato il 13 giugno 1981 a Goma, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, Floribert Bwana Chui cresce in un ambiente benestante. Studente brillante, studia diritto ed economia, poi inizia la sua carriera come commissario per i reclami presso l’Ufficio Congolese di Controllo (OCC), un’istituzione incaricata di verificare la qualità dei prodotti che entrano nel Paese. Cristiano impegnato, membro attivo della Comunità di Sant’Egidio, Floribert si dedica profondamente all’aiuto dei più vulnerabili, in particolare dei bambini di strada di Goma. Quando viene trasferito nella sua città natale, non lo fa per comodità, ma per rispondere a una vocazione più profonda: quella del servizio, della fedeltà ai suoi e dell’impegno morale.

Al servizio del bene comune

In qualità di capo ufficio dell’OCC di Goma, Floribert si trova a confrontarsi con dilemmi morali molto concreti. In più occasioni gli vengono offerte ingenti somme di denaro per autorizzare l’ingresso di generi alimentari avariati provenienti dal Ruanda. Questi prodotti, se fossero stati distribuiti, avrebbero messo seriamente in pericolo la popolazione locale. Rifiutando di compromettere la salute pubblica, fa distruggere i carichi e respinge categoricamente le bustarelle. La sua risposta è chiara e radicale: «Meglio morire che accettare questo denaro». Questa integrità coraggiosa non passa inosservata. Nonostante le minacce, le intimidazioni e i tentativi di corruzione, Floribert rimane fedele ai suoi principi, alla sua fede cristiana e al suo dovere di funzionario pubblico. Agisce con coscienza e coerenza interiore, rifiutando ogni forma di doppiezza.

Secondo padre Francesco Tedeschi, postulatore della sua causa, Floribert si interrogava profondamente sui bambini di strada: «Perché sono abbandonati? Cosa posso fare per loro?». Il suo impegno nella Scuola della Pace, il suo rifiuto di tradire i suoi per denaro, la sua consapevolezza del prezzo umano della corruzione, tutto ciò testimonia un giovane abitato da una forza spirituale e morale eccezionale.

Avrebbe potuto chiudere gli occhi

Riconosciuto martire dell’onestà e dell’integrità morale, questo giovane cristiano cattolico di 26 anni è stato rapito e poi ucciso nella notte tra il 7 e l’8 luglio 2007 per non aver ceduto alla corruzione. Il suo martirio non è il frutto di una tragica fatalità, ma il risultato diretto della sua testimonianza evangelica, del suo rifiuto chiaro e intransigente di compromettere la verità e sacrificare gli altri per il proprio interesse personale. È diventato un simbolo nazionale, una figura di coraggio morale in un Paese in cui la corruzione è una piaga endemica e dove l’onestà può costare la vita.

In un mondo troppo spesso segnato dall’egoismo, dalla manipolazione e dalla corruzione, l’onestà rimane una virtù fondamentale. È allo stesso tempo un cammino verso la pace interiore, un’esigenza etica e un fondamento per una società giusta. L’onestà favorisce l’autostima, riduce lo stress legato alle menzogne e rafforza le relazioni basate sulla fiducia. Ma al di là della sfera individuale, essa diventa un atto di resistenza, un impegno per il bene comune. Il Beato Floribert Bwana Chui bin Kositi ne è un esempio luminoso.

Il 15 giugno 2025, sotto il pontificato di Papa Leone XIV, Floribert Bwana Chui è stato beatificato durante una solenne celebrazione nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma. La Messa è stata presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, alla presenza del cardinale Fridolin Ambongo, di Mons. Willy Ngumbi, vescovo di Goma, e di numerosi membri della Chiesa congolese.

Con questa beatificazione, Floribert diventa il quarto beato congolese, unendosi così alle altre figure di fede e santità del suo Paese. Questo gesto della Chiesa universale riconosce il valore spirituale, sociale e umano della sua testimonianza. Papa Francesco, già nel 2023, aveva evocato con emozione il suo coraggio: «Avrebbe potuto chiudere gli occhi, nessuno lo avrebbe saputo, e ne avrebbe approfittato. Ma, come cristiano, ha pregato, ha pensato agli altri, e ha scelto di essere onesto, dicendo no allo sporco della corruzione. Questo è tenere le mani pulite, mentre quelle che trafficano denaro sono macchiate di sangue. Vincere il male con il bene».

Floribert Bwana Chui
Floribert Bwana Chui alla Scuola di Pace della Comunità di Sant’Egidio

Un’eredità viva per l’Africa e il mondo intero

Nel contesto della guerra persistente nell’est della Repubblica Democratica del Congo, in particolare nel Kivu, la figura di Floribert Bwana Chui diventa un simbolo di risurrezione morale e di speranza civica. Incarna ciò di cui il Congo ha profondamente bisogno: funzionari integri, cittadini etici, credenti coerenti.
La sua testimonianza illustra principi chiave come la coerenza personale, fondamento della pace interiore, una resilienza morale capace di resistere alle pressioni più violente e un impatto sociale duraturo che trasforma le coscienze ben oltre la sua vita.

Floribert Bwana Chui bin Kositi è un eroe del nostro tempo. La sua storia ci ricorda che l’onestà non è debolezza, ma forza. Essa trasforma, libera, eleva. Onorarne la memoria significa rifiutare il compromesso, avere il coraggio di vivere secondo i nostri valori, anche nelle tenebre.
Che il suo esempio ci guidi e che il suo sacrificio fecondi un futuro di giustizia, di pace e di integrità per la RDC e per il mondo

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