07 Ago 2025

“Non ci ardeva forse il cuore nel petto?”
Il giubileo, una storia d’amore

La nostra esperienza di pellegrini al Giubileo dei giovani. Come domenica all’alba il sole ha asciugato i nostri sacchi a pelo bagnati dalla pioggia notturna, così la luce del Risorto nell'Eucarestia ha curato e guarito le nostre ferite

È sempre difficile raccontare un’esperienza che così in profondità tocca il cuore e l’animo. È come provare a spiegare l’inizio di una storia d’amore: è forse davvero possibile?

Eppure tutto inizia dal primo passo, da quei mesi precedenti in cui il tuo educatore ti propone una nuova avventura e tu, anche se con qualche incertezza e dubbio, scegli comunque di metterti ancora una volta in gioco, in compagnia di un gruppo che già traccia tra i suoi membri legami di amicizia vera, destinati a compiersi nell’esperienza del pellegrinaggio.

E così ci siamo trovati a Roma da giovedì 31 luglio e domenica 3 agosto, per vivere insieme il Giubileo dei giovani. Prima tappa giovedì sera in piazza San Pietro, ad aprire i nostri cuori alle parole dolci e forti del cardinale Zuppi. Quel “tutti, tutti, tutti” pronunciato dal presidente della CEI alla festa degli Italiani risuona ancora nelle nostre menti, a ricordarci con fermezza che in Cristo nessuno è un margine o una periferia, bensì tutti siamo al centro per diventare protagonisti della Storia. Ed è da protagonisti che abbiamo vissuto l’abbraccio di pace alla fine della riflessione del Cardinale; una valanga di strette di mano, che non sono solo simboli, bensì premesse di un impegno visionario ma concreto, quello della pace vera, la pace del Risorto. Il Risorto che rimane la risposta a tutte le nostre domande, dalle più piccole alle più grandi.

Giubileo dei giovani
La festa degli italiani a San Pietro, durante il giubileo dei giovani

Quei momenti…

Ed è nel segno della concretezza che nella mattinata di venerdì abbiamo toccato con mano l’amore del Signore. Con il passaggio della Porta Santa presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura abbiamo sperimentato la grazia dell’indulgenza, segno tangibile della misericordia straripante di Dio. Ed è forse seguendo questa grazia che nel pomeriggio del medesimo giorno abbiamo potuto pregare e adorare il Santissimo davanti al corpo del Beato Pier Giorgio Frassati, giovane di AC come noi che il prossimo 7 settembre sarà proclamato Santo. Un testimone autentico, un campione del Vangelo, una presenza storica della redenzione operata da Gesù.

Ma è nella veglia di sabato sera e nella S. Messa di domenica mattina, vissute nella spianata di Tor Vergata insieme a più di 1 milione di giovani, che abbiamo vissuto il culmine di questa storia d’amore. Una storia che è stata anche fatica fisica, difficoltà concreta, scomodità. Eppure è nelle occasioni di disagio che abbiamo scoperto l’umiltà di essere fragili, sperimentando l’esperienza dell’essere sostenuti. Perché non c’è forza più grande, che quella di lasciarsi amare e aiutare dal prossimo, immagine di Gesù. E come domenica all’alba il sole ha asciugato i nostri sacchi a pelo bagnati dalla pioggia notturna così la luce del Risorto attraverso la celebrazione Eucaristica ha curato e guarito le ferite che abbiamo custodito in noi in questi giorni.

Giubileo dei giovani
I giovani dell’Azione Cattolica della parrocchia S. Cuore di Gesù (Bellizzi – SA)  in cammino verso Tor Vergata

Come  i discepoli di Emmaus

Una tentazione emerge al termine di questo viaggio, ovvero quella di pensare che Gesù sia presente solo nelle grandi cose, quelle roboanti, che occupano le televisioni. Ma abbiamo scoperto che il volto del Signore è realmente presente anche negli attimi più piccoli: il silenzio potente e intimo vissuto durante la veglia di sabato sera o la comunione dataci da una suora nel pomeriggio di domenica, quando abbiamo pregato e cantato in un’anonima cappella come tante in Italia.

Ecco allora che tornati nella nostra parrocchia, nell’essere accolti dai nostri cari con gli occhi pieni di felicità al ricordo del Giubileo dei giovani da essi vissuto nel 2000, non può che nascere in noi lo stesso desiderio di conservare a lungo quella gioia. Una gioia che diventa ricerca e affermazione e che ci riporta direttamente alla vicenda dei discepoli di Emmaus, il cui racconto riecheggiava sabato sera a Tor Vergata. Essi come noi dicevano: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto?»

E allora possiamo solo sperare che questo ardore divampi sempre più, affinché diventi per noi giovani fiamma viva e stabile, sul modello di Santi come Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis e a imitazione del giovane per eccellenza, Gesù di Nazareth.

Giubileo dei giovani, la veglia
La veglia notturna
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