
Komanda, Ituri (Repubblica Democratica del Congo – RDC) L’orrore ha colpito ancora una volta l’Est della Repubblica Democratica del Congo. Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 luglio 2025, almeno 43 fedeli sono stati massacrati a colpi di machete nella chiesa Beata Anuarite di Komanda, mentre partecipavano a una veglia di preghiera in occasione del Giubileo d’Argento della Crociata Eucaristica. Komanda si trova a circa 60 chilometri a sud-ovest di Bunia, nel territorio di Irumu, provincia dell’Ituri.
Secondo le autorità congolesi e fonti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo (MONUSCO), i presunti responsabili del massacro sono membri del gruppo armato ugandese ADF (Allied Democratic Forces), affiliato all’organizzazione Stato Islamico. L’attacco, avvenuto nel cuore della notte, ha seminato il terrore tra i fedeli. Oltre al tragico bilancio umano, diverse abitazioni sono state incendiate e civili sono stati rapiti, senza che se ne conoscano ancora le sorti.
«Abbiamo sentito del rumore fuori. Verso l’una di notte, un confratello mi ha chiamato per dirmi che c’era una strana luce. Uscendo, abbiamo visto le case in fiamme», racconta don Dieudonné Liringa, vicario parrocchiale, in un’intervista rilasciata alla nostra redazione.
Una veglia di preghiera trasformata in tragedia
La celebrazione del Giubileo era cominciata venerdì 25 luglio, con delegazioni provenienti da diverse parrocchie, riunite per commemorare i 25 anni del Movimento della Crociata Eucaristica, fondato nel luglio 2000. Il programma prevedeva messe, animazioni religiose, concerti e una benedizione solenne prevista per lunedì mattina.
Ma la festa si è trasformata in incubo. Secondo don Liringa, diversi membri del movimento sono stati brutalmente giustiziati. I funerali si sono svolti lunedì 28 luglio nella parrocchia, mentre alcune famiglie sono riuscite a recuperare i corpi dei loro cari per delle sepolture nei villaggi vicini.
Una messa funebre è stata celebrata alla presenza di sei sacerdoti, di numerosi fedeli, e di rappresentanti dell’esercito, del comune e della polizia. Nonostante questa presenza ufficiale, il dolore resta profondo. «Quando le case bruciavano, non abbiamo visto né le forze di sicurezza né una reale volontà di proteggere la popolazione, nemmeno da parte della MONUSCO», si rammarica il sacerdote, con le lacrime agli occhi.

La condanna delle Nazioni Unite
In un comunicato ufficiale, la Missione delle Nazioni Unite per la Stabilizzazione nella RDC (MONUSCO) ha condannato con fermezza il massacro.
«Questi attacchi mirati contro civili indifesi, specialmente nei luoghi di culto, sono non solo scioccanti, ma anche contrari a tutte le norme dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario», ha dichiarato Madame Vivian van de Perre, Rappresentante speciale aggiunta del Segretario Generale dell’ONU e capo ad interim della MONUSCO.
Ha inoltre assicurato che la MONUSCO «continuerà a lavorare instancabilmente al fianco delle autorità congolesi per proteggere le popolazioni civili, secondo il suo mandato».
Un’altra tragedia in una regione già martoriata
L’attacco di Komanda si aggiunge a una lunga scia di violenze attribuite agli ADF, particolarmente attivi nelle province dell’Ituri e del Nord Kivu. Negli ultimi anni, questi gruppi armati hanno provocato migliaia di vittime civili, e la loro brutalità continua a sconvolgere.
Colpendo una cerimonia religiosa, i carnefici hanno superato una nuova soglia di barbarie. La popolazione, sconvolta e in lutto, lancia un appello urgente allo Stato congolese e alla comunità internazionale per porre fine all’impunità, ristabilire la sicurezza e preservare la dignità umana in questa regione profondamente provata.