NON PUÒ ESSERE!
Un vecchio che sogna ancora la famiglia

L’inconsueto, l’illogico, l’inverosimile in: "Abramo sotto le stelle" di Andrea Pucci, illustrazione tratta da "Le domande grandi dei bambini", Catechismo per la prima Comunione/vol. 1, di don Andrea Lonardo e padre Maurizio Botta (ed. Itaca, 2016)

«Ma davvero saremo così tanti? Dai, non può essere!», sta pensando Abramo. È meravigliosa, quest’immagine di Andrea Pucci: con un grande vecchio, non ancora patriarca, seduto in contemplazione dei propri figli futuri, più nipoti e pronipoti, maschi e femmine… mentre rimugina che quei granelli infinitesimali sospesi in cielo sono tutt’altro che infinitesimali e già li immagina tutti con un nome!

Per capire come sia capitato lì, ci viene in soccorso il cap. 15 della Genesi. Che racconta come Abramo, all’età di 85 anni, viva un dramma: quello di avviarsi al termine della vita senza aver avuto figli. Invece di confortarlo a parole, il Signore trova più efficace regalargli uno spettacolo della natura: ancora una volta lo fa uscire (non è questo il verbo di Abramo?) e, all’aperto, di notte, gli fa guardare il cielo e contare le stelle (aggiungendo con ironia: «se riesci a contarle»). Tutto ciò per garantirgli una discendenza altrettanto numerosa.

Più avanti, in Genesi 22, nella narrazione del mancato sacrificio di Isacco, verrà offerta una nuova immagine di abbondanza, oltre alle stelle del cielo: quella della sabbia lungo la spiaggia del mare.

Sia le stelle che i granelli di sabbia ricompaiono, verso la fine della Bibbia, nella Lettera agli Ebrei: una sorta di omelia scritta verso la fine del I secolo d.C., che riprende la bella storia di Abramo, per sottolineare la fede dei padri. E ricorda come il patriarca, messo alla prova, avesse offerto a Dio proprio il figlio che gli avrebbe assicurato la discendenza (11,17-19). Abramo lo fece perché di Dio si fidava, ritenendolo capace di far risorgere dai morti. Per questo, continua la Lettera, «lo riebbe anche come simbolo»: cioè Abramo – dopo il rifiuto del sacrificio di Isacco – riottenne il figlio come persona in carne e ossa e, insieme, lo riebbe come segno della promessa di Dio, cioè della sua volontà – mai venuta meno – di dargli una moltitudine di eredi.

Insomma, questa storia è importante perché rimarca l’alleanza di Dio con Abramo e con tutta la discendenza dopo di lui, «di generazione in generazione». Il patriarca non poteva immaginare che il suo ruolo di capopopolo sarebbe stato bollato – nel 2025 – come simbolo dello strapotere maschile che caratterizza la cultura patriarcale: un’accusa fondata, peraltro, ma questo grande vecchio non merita d’essere visto anche come uno che, fino all’ultimo, non ha mai smesso di sognare una famiglia?

 

Abramo
“Abramo sotto le stelle” di Andrea Pucci, è una illustrazione tratta da “Le domande grandi dei bambini”, Catechismo per la prima Comunione/vol. 1, di don Andrea Lonardo e padre Maurizio Botta (ed. Itaca, 2016)
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